venerdì 31 dicembre 2010

Sta per cominciare il terribile 1943...

Lasciamo Nina e Bepi agli auguri di Natale del 1942.
I tempi si fanno sempre più duri: l'Italia sta per perdere la guerra, ma sarà ancora lunga fino alla liberazione. Intanto cominciano a scarseggiare i beni di prima necessità.
Ma nei pensieri di Nina e Bepi pare ci sia spazio solo per l'amore.
E come dice il poeta:

 " I boati della guerra
si fanno flebili
al crescer dei battiti
dei nostri cuori..."

Sono molto geloso di te...

20/12/1942 (Bepi a Nina)
Mia carissima Nina
Ancora una volta mi permetto di scriverti una mia letterina, e te la scrivo soltanto per il fatto successo questa sera.
Per prima cosa voglio dirti che se non sono venuto a casa a prendere l’ombrello, è stato per la semplice ragione che sono molto geloso di tè, e che piuttosto di lasciarti per un’ora sola ad aspettarmi, preferisco restarne 3 solo sotto la pioggia.
Però ero certo di non passare tutta la giornata contento come l’avevo cominciata e al momento che ti avevo lasciata, dopo aver udito le tue ultime parole, sono rimasto molto male.
Ancora un’ultima volta voglio dirti di passare contenta assieme a mè questi ultimi giorni e per il primo accetto alla condizione che ti avevo detto, e sarebbe: che se vuoi restare sempre con  mè di farmi uno scritto che io stesso ti detterò, caso contrario se vuoi lasciarmi cercherò di accontentarti.
In tanto in questi giorni spero che non ti arrabbierai se ti arriverà casa per posta, una mia cartolina di Buon Natale.
In tale attesa sperando di passare assieme il belissimo giorno di Natale voglio in anticipo ,mandarti i miei più sinceri auguri con un belissimo bacio.
Certo che mi e3rdonerai, mi firmo tuo per sempre amato
                                                                                                                                                                           Beppi
Dopo aver fatto la S. Comunione, sono certo di diventare un altro


25/12/1942 (Bepi a Nina)
Ricordandoti nel giorno del S. Natale invio a tè i miei più sinceri auguri
Tuo aff.mo e amato
                                                                                                                                                                              Bepi

Penuria in tempo di guerra

16/12/1942 (Bepi a Nina)
Carissima Nina
Rispondo alle tue poche parole scrittemi ieri sera, facendoti sapere che ho parlato a mia madre di quello che ti occorre, ma per risposta mi disse che per il momento non può aiutarti e che sarà per un’altra volta perché di fiore ne ha appena due kili.
Mi dispiace molto darti questa risposta che spero non la prenderai a male come sempre, però presto credo di andare in campagna e così al più presto cercherò di aiutarti.
In quanto alla farina, mia madre non mi ha ancora dato risposta, ma credo però di accontentarti.
Intanto in tale attesa ti mando i miei più distinti saluti sperando di  vederti presto.
Tuo aff.mo e amato
                                                                                                                                                                        Bepi

domenica 12 dicembre 2010

In calle mi baciò la mano...

8/12/1942 (dal Diario di Nina)
Martedì 8-12
Oggi mi cambiai subito perché dovevo andare a prendere il soprabito ma venendo fuori vidi mia cognata ove teneva la bicicletta che Bepi andava in compagnia – Andai ma non presi nulla perché non mi piaceva, tornai a casa e feci delle fatturine. Avevo appuntamento con Bepi alle 2 e ¾ - Mia madre andò alla Giudecca e feci da mangiare. Lavò i piatti feci tutto quello che dovevo fare e mi cambiai.
Ma alle 3 non vidi Bepi in calle. Tornò 2 e 3 volte sul balcone e non lo vidi. Alle 4 venni a casa mia mia zia Giggia che mi disse che Bepi era in calle che mi aspettava, io ero molto arrabbiata perché non n’era venuta mia madre. Andai sul balcone la vidi per bene con un suo amico mi fischiò e tornai di nuovo in cucina. Dopo un pezzo andai in camera feci i letti e lui venne per il balcone a chiamarmi, non diedi retta, chiuso perfino il scuro e mi disse fessa. non importa la pagherà cara.
E’ venuta a casa mia l’amica di mia sorella ove mi fece compagnia. Alle 6 tornò mia madre. Portai da mangiare a mio padre ma nell’uscire trovai Bepi che mi aspettava, e venuto con me. Volevo andare al cinema ma era troppo tardi, allora abbiato  passeggiato tutta la serata. Siamo andati fino a Rialto per S. Samuele, si abbiamo fermato nella caletta solita, si abbiamo baciati e siamo stati fermi 10 minuti e siamo ritornati a casa. L’ultimo bacio in calle e un saluto.


9/12/1942 (dal diario di Nina)
Mercoledì 9-12
Stamane mi alzai dovevo andare prendere il soprabito invece mia madre mi disse oggi pomeriggio. Feci delle fatture e poi alle 1 andai sul balcone a vedere se c’era il mio amore. Infatti lo vidi lo salutai poi e venuto giù e mi porto delle carte e busta mi salutò e mi domandò se stasera le andavo incontro le dissi di si.  Il soprabito niente mi disse domani . Mi misi a leggere i libri delle canzonette e restai sempre a casa. Alle sei portai da mangiare a mio padre. Restai molto arrabiata a casa perché non era pronto da mangiare. Mangiai troppo tardi e così tempo ad andare incontro al mio amore. Ma bensì lo incontrai nell’andare a prendere la cesta di mio padre. Appena lo vidi mi bacio ed è venuto con me. Nel tornare incominciò a baciarmi ed si abbiamo fermati su una calle. Arrivati in calle mi baciò la mano e mi salutò.
                                                                                                                                                                    Giovannina

Giovedì 10-12

lunedì 6 dicembre 2010

Tutto un baciarmi...

7/12/1942 (dal Diario di Nina)
Lunedì  7-12
Oggi appena alzata andai subito al mio lavoro dove mi sono presa la paga – invece tornai indietro perché dovevo andare al pomeriggio. Tornai a casa, feci le spese e poi mi venne in mente di fare una sorpresa al mio amore – avevo deciso di andarle incontro al lavoro. Nell’uscire di casa trovai quel vecchio che quando mi vede mi ferma sempre. Mi domanda se ho letto i suoi romanzi che mi aveva dato, lo salutai e trovai un altro mio Amico che sta vicino a casa mia e si chiama Badoglio mi domandò dove andavo, le dissi che andavo incontro a Bepi, facevamo la strada insieme fino a S. Stefano; ci salutiamo io andai a Rialto e lui a S. marco. Rivai in Campo alla Fava, suonò mezzogiorno non lo vidi, spettai fino alle 12 ½ e non vidi nessuno, ma nel voltarmi vidi suo amico Paolo dove mi disse: che Bepi  era già uscito alle 11.
Tornai ma molto arrabiata. Tornai a casa, mangiai e andai sul balcone e lo vidi, mi fischio e io non le diedi bada fischio 2 o 3 volte allora mi voltai – mi domando cosa avevo – Gli spiegò il fatto. Infatti lui torto non ne aveva – Lo compagnai un pezzo al lavoro e poi venni a casa. Però mi disse che alle 3 e 1/2 doveva venir incontro al lavoro. Alle 3 andai prendermi la paga e nel tornando lo trovai. Andai assieme con lui fino all’Opera Ballila ma siamo tornati subito perché c’era troppa gente andava più tardi verso le 5. Tornata a casa lui mi spettò fuori della calle ove veniva con me a prendere le patate in Campo S. Margherita e lui me le portò quasi a casa. In Campo trovai la Santina ci saluto e ritornai a casa. Verso sera portai da mangiare a mio padre e poi andai incontro a Bepi. Dopo aver aspetato 5 minuti e venuto giù e ci siamo diretti a casa. Andai a prendere la cesta a mio padre ma per la strada Bepi non stava mai fermo sempre coi baci tutto un baciarmi ci fermammo su una calle e siamo stati fermi 10 minuti e poi tornai a casa, ancora un bacio e ci lasciammo.
Ma dopo le otto mio padre mi disse di andarle a prendere le sigarette, andai fuori, battei la porta a Bepi. Venne subito giù e presi le sigarette io e anche lui per suo padre. Tornai a casa, ancora un bacio e un saluto ci lasciamo.