domenica 31 ottobre 2010

Se ormai la mia vita è finita la colpa sarà tutta tua...

1942

6/1/1942 (Bepi a Nina)
Mia Cara Nina,
Ti faccio presente che io sono al letto, che non ho avuto nessuna voglia di mangiare e credo di avere anche la febbre,
Come tu ai detto ormai per noi tutto e finito, ma non darti rimorso se ormai la mia vita e finita perché la colpa sarà tutta tua.
Cara Nina se tu mi avessi amato quanto io ti amo, tutto questo non sarebbe successo fra noi.
Domani puoi andare pure a lavorare tranquilla perché io non verrò a prenderti, perché prima delle ore 11 di sera non rincaserò.
Se vuoi chiedermi il perdono io l’accetto ma ad un patto che tu me lo giuri che sarà l’ultima volta che sei in smara con me.
Se vuoi parlarmi non hai altro che telefonarmi nel pomeriggio avrei da dirti ancora molte cose ma la mia forza non me lo permette. Ti saluto e ti aspetto domani per telefono, ma ricordati che se tu non vuoi parlarmi  verrò a cercarti io in qualsiasi posto, anche a casa se sarà possibile, se lo accetti ti mando un bacio.
                                                                                                                                                                       Bepi
Arrivederci a domani

sabato 30 ottobre 2010

Cerca di fare la pace con me...

1941

28/11/1941 (Bepi a Nina)
Cara Nina,
Come mia prima lettera ti faccio saper quanto sono stato male ieri sera, e per di più questa mattina, sapendo tutto quello che pensi di me.
Dunque per incominciare voglio farti prima sapere intanto quando sono venuto fuori dalla mia porta e ti ho vista ferma forse per guardare cosa facevo, ma ti voglio dire che non ero in compagnia come tu lo credi ma bensì solo, certo tu non lo crederai ma io te lo giurato sopra la morte mia e di mio padre.
Se proprio questo è fatto a posta per l’asciarmi non hai altro che dirmelo, ma cerca però di non pentirtene quando sarà troppo tardi.
Se hai qualcosa da dirmi non ai altro che trovarmi questa sera in campo S. Samuele, vicino la porta di ufficio se non ti vedo io vado direttamente al cinema accademmia perché oggi è l’ultimo giorno, e certo anco con la speranza di trovarti dentro.
Cara Nina se non vuoi pentirtene presto cerca di fare la pace con me, perché tutte le volte che tu ai fatto in smara con me l’hai sempre sbagliata , io ti ho sempre perdonata e spero di perdonarti anche questa volta.
Adesso non posso dirti altro perché il lavoro me lo proibisce, son certo che tu mi vuoi bene e che ritornerai a fare amicizia col tuo amato, son certo anche che tu crederai alle mie parole.
Allegata alla presente ti allego l’Intrepido perché tu possa passare un’ora tranquilla.
Adesso io Ti saluto e ti mando un belissimo bacio tutto per te,       
Tuo fidanzato                                                                                                                                           BEPI
La lettera devi stracciarla in mia presenza.
CERCA DI NON FARMI SOFFRIRE MOLTO TUO AMATO

“Senza te non posso vivere però voglio vivere lo stesso”


STORIA D’AMORE A VENEZIA,  AL TEMPO DELLA GUERRA
Qualche giorno fa, mentre andavo a scuola, in Calle Lunga S. Barnaba, una piccola scatola di cartone ha attirato la mia attenzione. Era piena di vecchie lettere, cartoline, bigliettini d’auguri ecc. Stava lì, malinconica,  polverosa, in attesa di finire nel centro di raccolta della carta straccia, dove sarebbe stata macerata per poi cominciare una nuova vita da carta riciclata. Ma questa prospettiva non la rallegrava affatto perché tutte le parole che aveva gelosamente custodito per sessant’anni sarebbero andate perdute per sempre. Per sua fortuna, e mia, l’ho presa, infilata in borsa  e portata a scuola (il Liceo Artistico di Venezia). Ho subito dato una scorsa a cosa c’era dentro e, tra le altre carte, mi è capitata in mano una lettera d’amore che Bepi aveva scritto a Nina nel 1942. L’ho letta e mi sono commosso: Bepi scriveva a Nina di essere disperato perché lei non lo voleva più, ma le diceva anche che non si sarebbe arreso, che avrebbe aspettato e perseverato nel suo sentimento. Insomma, o lei o nessun’altra…
Questa lettera l’ho letta in classe ai  miei studenti che si sono appassionati a questa storia e avrebbero voluto sapere com’era andata a finire tra Nina e Bepi. Tornato a casa, ho riordinato l’intero carteggio tra i due: sono quasi tutte lettere che Bepi ha scritto a Nina tra il 1941 e il 1945, mentre di lei ci sono solo una letterina, un paio di paginette di diario  e alcuni testi di canzoni e poesie. Ma è comunque una bella storia d’amore che val la pena di leggere e ricordare. Riporterò fedelmente queste lettere, scritte così come uscirono dalla penna di Bepi e Nina, con tutti i loro errori di ortografia e sintassi: lungi da me il voler fare il professore in questa circostanza.
E se non fossi passato alle 7.45, in Calle Lunga S. Barnaba, ma avessi fatto un’altra strada? 

Premessa
I protagonisti della nostra storia sono Giovannina (Nina) Falasco e Giuseppe (Bepi) Ghezzo, due ragazzi vicinissimi di casa.
Bepi lavorava per la Società Anonima Veneziana Spedizione Cotoni e abitava in Dorsoduro 2659.
Nina, nata il 20 agosto 1925, lavorava per il Cotonificio Veneziano e abitava in Dorsoduro 2657.
All’inizio di questa travagliata storia d’amore lei non aveva ancora 17 anni...

Domani la prima lettera.