martedì 30 novembre 2010

Ecco la mia giornata più bella, ma più bella è stata la sera...

6/12/1942 (dal Diario di Nina)
Dedica del mio Diario
Il mio diario lo comincio con un po’ di ritardo. Lo scrivo con una gioia immensa. Sono fidanzata con un certo ragazzo molto buono, simpatico e si chiama G. Giuseppe -  ed abita vicino a me, e i suoi genitori e i miei lo sannouesta lettera ricorda il nostro giorno dell’amiciziaQQQQgtgtghkjnbhgjjh (frase cancellata).
Voglio scrivere questo mio diario fino al mio Matrimonio o se capita qualche cosa lo scrivero fino alla mia morte. Per conto mio finora (parola cancellata) non lo vorrei lasciare perché le voglio troppo bene e altretanto ne vuole pure lui, ma non si sa mai cosa può capitare. Il mio diario lo scrivo nientemeno che con due anni passati di ritardo – e perciò voglio dire che prima litigavamo spesso ed era sempre per colpa mia, sarà stato sempre per gelosia – non perché andasse con altre ragazze ma con egli amici che a me non piacciono più. Perché (parola cancellata) Sebbene da bambina erano (parola cancellata) sono stati amici miei e adesso hanno preso una strada che a me non piace.
Chiudo la mia dedica con queste poche parole che scrissi e incomincio a scrivere giorno per giorno il mio breve riassunto.
                                                                                                                                                                     Giovannina
Domenica 6-12-1942
Comincio la giornata piena di buonumore e   (frase cancellata)
Stamane mi alzai molto allegra avevo ancora il buonumore di  ieri sera dopo esser venuta fuori del cinema con il mio fidanzato, avevamo visto (Fedora) – Tutta la mattinata restai allega con mio fratello Guido cantando delle canzoni – Avevo appuntamento alle 1 e ¾ in calle col mio caro Bepi – fui pronta a quell’ora. Ad un tratto aprii la finestra e vidi il mio Bepi giocare la palla con un amico che a me non va; diedi un’occhiata a lui e poi al suo amico, Bepi mi guardò e mi fece cenno di venire fuori per andare via. Ma subito chiusi la finestra perché il mio cuore pareva che mi saltasse per aria. Restai molto male quasi tutta la giornata. Andai fuori mi vide molto seria e mi domandò subito cos’avevo, lui però l’aveva gia capito ma non fece caso di sapere nulla – Per la strada mi fece tutto un predicare cos’avevo e che son sempre quella che per una cosa da nulla faccio in smara, io non parlai mai – ma dopo un bel pezzo che stava zitto cominciò di nuovo, allora io le dissi “:basta, non ne voglio più sapere di te e ti lascio per sempre:”. Ebbene mi disse lui “fino a questa sera resterai con me  e poi vedremo:” – Entrai al (Malibran) volevo a tutti i costi prendermi il biglietto io ma lui non ha voluto entrai in Platea mi pareva di svenire restai accanto a lui un bel pezzo ma poi cominciamo di nuovo fino a che venne l’ora di recarsi a casa – Per la strada era le solite chiacchere, però lui non voleva lasciarmi ed io invece lo volevo a tutti i costi. Si abbiamo fermato più di mezz’ora lui mi giurava che restava sempre con me faceva quello che io voglio ubbidirà tutto quello che vorrò, io lo (parola cancellata) volevo subito a fare la pace ma con la testa dicevo sempre di no -  Ma infine non ne potei più le dissi ascolta Bepi: e l’ultima volta che io faccio Bene  (parola cancellata) la pace con te ma ad un patto che fra gli amici non ti voglio vedere lui fu molto contento io lo stesso lo baciai e lui mi bacio ed andammo con la nostra santa fiaca diretti a casa.
Ma nel camminando si abbiamo fermati su una calle vicino all’Ufficio di S. Samuele la eravamo molto contenti tutta la sera fu piena di baci e di allegria eravamo molto contenti che non volevamo più lasciarci -  Andavamo    (parola cancellata) Arrivati quasi a casa ancora un bacio e un saluto e ci abbiamo lasciati.
Ecco la mia più bella giornata che passai – ma più bella fu stata la sera.
                                                                                                                                                                      Giovannina

mercoledì 24 novembre 2010

Questa lettera ricorda il nostro giorno dell'amicizia...

Per tre settimane Bepi non scrive più lettere, poi, inaspettatamente, la svolta: il 5 dicembre Bepi invita Nina al cinema con un biglietto, sul retro del quale, con data 6 dicembre, Nina scrive le poche parole riportate nel titolo: il nostro giorno dell'amicizia...  E' passato un anno dall'inizio di questo tormentato sentimento che sembrava non avere alcuna possibilità di durare e invece, in quel fatidico 6 dicembre 1942, qualcosa cambia, al punto che Nina decide di iniziare in quello stesso giorno un diario in cui racconterà la storia del suo amore. Chi avrebbe scommesso su Nina innamorata di Bepi? E comunque, riusciranno i due ragazzi a restare insieme  nel corso del terribile 1943?

5/12/1942 (Bepi a Nina)
Carissima Nina
Scusami se ti scrivo queste mie poche righe ma dato che non ho potuto dirtele a voce spero mi scuserai.
Ti avverto che se oggi vorresti venire al Cinema cerca di cambiarti presto perché ti aspetto oggi alle 15.30 in calle. Saluti e baci
Il tuo
                                                                                                             Bepi

(sul retro: Nina a Bepi)
6/12/1942
Questa lettera ricorda il nostro giorno dell’amicizia
                                                                                                                                                                          Nina A Bepi

Prossimamente le pagine del diario di Nina. Finalmente sentiremo anche la sua dolcissima voce...

venerdì 19 novembre 2010

Sta' in guardia perché sono capace di tutto sebbene abbia un'altra amante!


19/11/1942 (Bepi a Nina)
Carissima Giovannina
Rispondo alla tua cara lettera facendo le mie scuse se ieri ti sono corso dietro, ma non credere che io abbia fatto a posta, soltanto mi trovavo da quelle parti e dato che tu sei passata, ho trovato opportuno accompagnarti.
Ti prego non darti troppo pensiero per me, perché io sono arcicontento e in quanto alle donne ne ho già una, che finora mi fa un poco felice dimenticando le cose passate. Però cerca di non arrabbiarti se prendo tè perché tu sei la mia prima amante e percio voglio ancora divertirmi.
Scusa se per caso ti arrivasse qualche lettera di più anche per posta perché tanto per questo dovrai rassegnarti.
Se vuoi un consiglio, non trovarti fuori a sera tardi, perché sarà peggio per tè.
Se vuoi scrivermi non occore mi dai del voi perché per mè fa lo stesso.
Ti ringrazio per la lettera e in quanto alle fotografie è ancora presto.
Per il momento ti saluto augurando presto la tua felicità.
Stai in guardia perché sono capace di tutto sebbene hò un’altra amante.
Tuo innamorato
                                                                                                                                                                                      Bepi

Attendo la tua sentenza, osando sperare che tu sia indulgente.

17/11/1942 (Bepi a Nina)
Nina mia
Fin da oggi riconosco chio io sono un uomo indegno di stare al mondo. Non ho fatto nulla di buono su questa terra e ho avuto tutte le fortune: però la fortuna somma è stata quella di incontrare tè.
Ma però fin dal primo giorno chè per la prima volta uscivamo insieme io sono sempre stato innamorato di te, è ho sempre avuta la fissazione di perderti. E, invece di apprezzarti, di seguire i tuoi passi come un buon cane segue il padrone, invece di vegliare a non perderti, ieri ti ho trattata come si tratta una schiava. Ma oggi io non dovrei alzare gli occhi su te, dopo quel che è avvenuto. Ma il mio amore, questo sentimento che si è impadronito di me, e che mi fa forte, rugge e preme e che io tenti di non perdere la fortuna che indegnamente avevo afferato per i capelli. Vuoi, carissima Nina perdonarmi? Non credere che io mi abbassi, nel domandarti di cancellare dalla tua memoria e dal tuo cuore le parole offensive che ho pronunciato, ispirato a chi sa quale sentimento maligno. No, anzi mi inal’zo: perche basta che una cosa riguardi te, per inalzare: anche mè, misero verme.
Ti bacio, e attendo la sentenza. Osando sperare che tu sia indulgente.
Il tuo indegno ma però amato
                                                                                                                                                                                      Bepi
Scusami se per caso trovi qualche sbaglio ma te la scrivo con un po’ di premura prima di coricarmi perché dove sono fa un po freddo scusa il mal scritto.
E’, se proprio di mè non te n’importa nulla, avvertimelo senza paura con un piccolo scritto. Scrivimi subito, subito, subito.
Io trascorrerò la notte pensando a quanto sono indegno del tuo amore. Di nuovo, ti bacio tanto e cancello coi baci le parole astiose.
Tuo innamorato 
                                                                                                                                                                                     Bepi G.  



lunedì 15 novembre 2010

Senza te non posso vivere ma voglio vivere lo stesso...

16/11/1942 (Bepi a Nina)
(Sulla busta) 
-          senza te non posso vivere ma però voglio vivere l’ostesso  Bepi
-          Ti mando le fotografie al più presto  Bepi
-          Non domandare a nessuno quello che io faccio  Bepi
-          Perdona e dimentica tutto  Bepi
-          Se qualcosa succede non all’armarti  Bepi
-          Non posso stare ancora con tè perché non ho più soldi per fare il contrabandiere  Bepi
-          Non ti posso scrivere di più.
-          Sono ammalato ma non lo dire a nessuno
-          Appena letto dentro straccia tutto   G.
(Nella lettera)
Gent.ma Sign. Giovannina
Ti scrivo queste mie parole soltanto per farti sapere tutta la verità e di che razza che io sono.
Per prima cosa devo dirti che sono un
sono Bepi
Carissima Nina ero sicuro di perditi e ti lazio finalmente libera ritirando il giuramento di questa sera.
Auguri
                                                                                                                                                                                     Bepi
non  parlare mai con nessuno per sapere quello che io faccio.